C’è una condizione, quella della neutropenia, che è meglio conosciuta come l’avere i neutrofili bassi nel sangue e che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, è molto comune anche tra pazienti che non soffrono di particolari patologie dichiarate. Prima di vedere, però, come si interviene nel caso di una conta bassa di neutrofili e quali sono le cure e i rimedi normalmente consigliati, vale la pena approfondire alcuni aspetti rilevanti per capire meglio  di cosa si tratta.

Tutto quello che c’è da sapere su una condizione comune: i neutrofili bassi

I neutrofili sono dei granulociti, più genericamente classificabili tra quei globuli bianchi che svolgono un’importantissima funzione difensiva per il nostro organismo. Nello specifico, sono cellule prodotto del midollo osseo, che durano in vita in media due giorni, lavorano all’interno del sangue o dei tessuti e, semplificando all’osso, hanno il compito di “inglobare” la cellula o il corpuscolo estraneo, come germi e batteri che possono apportare danni anche consistenti all’organismo, e “digerirli” tramite gli enzimi. Un neutrofilo mediamente “uccide” dai cinque ai venti corpi estranei mentre è in vita: per questo è facile capire perché cellule come queste svolgano un ruolo importantissimo nella difesa del nostro organismo e perché una condizione di neutrofili bassi si può rivelare potenzialmente molto pericolosa dal momento che espone il corpo a infezioni e patologie. L’ultima precisazione che va fatta prima di capire quando e come si manifesta la neutropenia è una precisazione numerica: non c’è una soglia standard al di sotto della quale si può dire di avere i neutrofili bassi, molto dipende dall’età, dal peso o dalle proprie condizioni generiche di salute; per convenzione però c’è una soglia di allarme (circa 1500 o 1000 per millimetri cubici) al di sotto della quale ci si dovrebbe sottoporre a dei controlli specifici.

La conta bassa dei neutrofili nel sangue, del resto, è legata a una serie molto nutrita di disturbi, patologie, condizioni atipiche. Nei casi più semplici, per esempio, può essere la spia di carenza di vitamina B12 e acido folico: se così dovesse essere, infatti, viene distrutto il liquido che c’è all’interno di queste cellule che, di conseguenza, perdono vitalità. Anche l’assunzione di alcuni farmaci (quelli comunemente usati per le allergie, per esempio) potrebbe abbassare il livello di neutrofili nel sangue. Più in generale, come quando si abbassano i livelli di globuli bianchi, può esserci in atto un’infezione. Ciò che allarma chi abbia i neutrofili bassi è, però, il fatto che possono essere ricondotti a malattie autoimmuni, forme tumorali o leucemie.

Già così è facile intuire, allora, che non esiste una cura per i neutrofili bassi. La prima cosa da fare, dopo un esame di sangue che abbia dato questo risultato, è rivolgersi a un medico e compiere tutti i passi diagnostici che possano portare a individuare la causa specifica e, quindi, curare quella. In alcuni casi potrebbero immediatamente essere presi in considerazione comunque un regime alimentare equilibrato, una cura antibiotica o a base di farmaci cortisonici e delle trasfusioni di granulociti.