Cos’è il diritto all’oblio e chiunque può esercitarlo? Un utente che ha subito una condanna, o che invece non è mai stato condannato, o che è stato assolto, può richiedere che la notizia sia rimossa dal web. Tale richiesta è definita in giurisprudenza diritto all’oblio, che come dice il termine stesso, dà l’opportunità alla persona interessata di essere dimenticato dal web (definizione diritto all’oblio) e quindi di non comparire più all’interno dei giornali (diritto all’oblio significato). Tuttavia, la rimozione potrà essere richiesta solo dopo un tempo necessario affinché la notizia non abbia più valore per il pubblico interesse. Esistono tuttavia delle condizioni per la liceità della stampa che riguardano l’interesse del pubblico verso la notizia e soprattutto la veridicità e l’attualità della notizia. Ciò significa che affinché si possa applicare il diritto all’oblio, la notizia non deve essere più attuale per il pubblico e di conseguenza potrà non comparire sui motori di ricerca.
Tuttavia, l’attualità della notizia non sempre comporta necessariamente la possibilità di richiedere Internet diritto all’oblio, poiché vi sono determinate principi che prevalgono sull’interesse del singolo di eliminare le notizie dal web. Nello specifico ciò significa che determinati reati sono considerati, per ovvie ragioni, sicuramente più propensi ad essere eliminati rispetto ad altri; ad esempio un omicidio sarà considerato molto più grave rispetto ad un piccolo furto e di conseguenza anche la notizia avrà un peso diverso. Infatti la richiesta di de-indicizzazione dei risultati di ricerca dipende soprattutto dalla rilevanza della notizia, quindi anche dall’associazione tra il reato e chi ha lo ha commesso. Nel dettaglio ciò significa che se il soggetto, che ad esempio opera nel settore pubblico-amministrativo, ha commesso un reato per frode, la notizia avrà una rilevanza sicuramente più strategica.
Perciò, chiunque può esercitare il diritto all’oblio? E’ indispensabile valutare la richiesta di rimozione risultati caso per caso, perché esistono determinate variabili che spingono ad accettare maggiormente una richiesta piuttosto che un’altra. A tal proposito è emblematico il caso di un cittadino leccese, il quale fu accusato insieme alla compagna, di un sequestro ai danni di una bambina. Dopo essere stato assolto con formula piena, il sig.re Giovanni Giancane ha presentato richiesta a Google per eliminare risultati di ricerca che uscivano in merito alla vicenda, non ottenendo però una risposta positiva. Ciò ha condotto l’accusato a presentare una causa per risarcimento danni psicofisici a Google per 2 milioni di euro. Emerge così la contrapposizione fondamentale che c’è tra diritto all’oblio e diritto di cronaca.